Da questa sera partirà una nuova rubrica :
Ogni giovedì sera vi consiglierò uno scrittore che ha catturato la mia anima durante la mia vita ...i generi saranno tra i più variegati, quindi aspettatevi di tutti i colori.
Questa sera vi parlerò di Nazim Hikmet , cominceremo con la Poesia che tanti di noi fa incantare con le sue rime tanto particolari e i ritmi sempre diversi e articolati!
Nazim Hikmet è stato un poeta , drammaturgo e scrittore turco naturalizzato polacco.
Definito come comunista romantico o rivoluzionario romantico, è considerato uno dei più importanti poeti turchi dell'epoca moderna e uno dei primi ad utilizzare la tecnica dei versi liberi, ha conosciuto una grande notorietà anche in Occidente e la sua produzione letteraria è stata tradotta in diverse lingue.
La sua opera poetica è stata omaggiata nel 2002, quando la Giornata mondiale della poesia proposta dall'UNESCO venne dedicata ai testi poetici di Hikmet.
Condannato per marxismo è il solo scrittore d'importanza ad evocare i massacri armeni del 1915 e 1922.
Nato a Salonicco (attualmente in Grecia) dal funzionario Nazim Hikmet Bey e dalla pittrice Aisha Dshalila studia nel liceo francese di Galatasaray (Istanbul) e nell'Accademia della Marina militare, che deve però lasciare per ragioni di salute.
Durante la guerra d'indipendenza, si schiera subito con Atatürk (Mustafa Kemal) in Anatolia e lavora come insegnante a Bolu. Studia poi sociologia presso l'università di Mosca (1921-1928) e diventa membro del partito comunista turco negli anni venti.
Dopo il suo ritorno in Turchia nel 1928, senza visto, Hikmet scrive articoli, scenari ed altri scritti. E' condannato alla prigione per il suo ritorno irregolare, ma amnistiato nel 1935.
Nel 1938, è condannato a 28 anni e 4 mesi di prigione per le sue attività anti-naziste e anti-franchiste e per essersi opposto alla dittatura di Kemal Ataturk.
Grazie all'intervento di una commissione internazionale della quale facevano parte, tra gli altri, Pablo Picasso, Paul Robeson, Jean-Paul Sartre sconta "solo" 12 anni e nel 1950 viene liberato.
Si sposa con Münevver Andaç, una bravissima traduttrice in francese e polacco.
Nel 1951, a causa delle costanti pressioni, è costretto a ritornare a Mosca, ma la moglie e il figlio non possono seguirlo ed egli trascorre il suo esilio in tutta Europa, perdendo la cittadinanza turca per diventare poi polacco.
Nel 1960 si innamora della giovane Vera Tuljakova e la sposa.
Ma muore il 3 giugno 1963 a causa di una crisi cardiaca mentre si trova in esilio a Mosca.
La sua poetica : la poesia di Hikmet è principalmente d'amore ma non un amore s carnale o affettivo nei riguardi delle persone ...per lui l'amore è un sentimento totalitario perchè secondo il mio punto di vista egli riassume nella parola "amore" l'esistenza, la politica (intesa come necessaria interazione sociale con il resto del mondo), la vita stessa. Riesce ad esprimere tutto quello che vuole dire, in ogni singolo verso, con una semplicità (apparente) ed una capacità di sintesi che lo collocano, di diritto, tra i grandi poeti del secolo XX .
E' un poeta sempre concreto, positivo, spesso capace di abbandonarsi alle piccole gioie della vita con lo spirito di un bambino, senza però perdere la consapevolezza dell'adulto e in questo mi ricorda molto Pascoli con la sua poetica del fanciullino. Una delle sue particolarità è la Coerenza che, forse, spaventò i suoi persecutori assai più di quel che effettivamente avrebbe potuto la sua poesia.
In lui sono unite fortemente la figura del poeta e della persona attiva sotto il punto di vista politico. Tra i suoi versi si leggono tantissimi messaggi a sfondo etico e sociale...per lui la poesia diventa guida per la vita , con lui vediamo l'arte che abbraccia la realtà e ne cura le ferite.
Questo è uno dei testi che ho letto di lui durante la mia vita : Illuminante! |
Vi voglio lasciare con queste due poesie, forse le mie due preferite :
Alla vita
Prendila sul serio (la vita)
ma sul serio a tal punto
che a settant'anni pianterai un olivo
non perché resti ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte
e la vita peserà di più sulla bilancia.
Rubai
È l'alba. S'illumina il mondo
come l'acqua che lascia cadere sul fondo
le sue impurità. E sei tu, all'improvviso
tu, mio amore, nel chiarore infinito
di fronte a me.
Giorno d'inverno, senza macchia, trasparente
come vetro. Addentare la polpa candida e sana
d'un frutto. Amarti, mia rosa, somiglia
all'aspirare l'aria in un bosco di pini.
Chi sa, forse non ci ameremmo tanto
se le nostre anime non si vedessero da lontano
non saremmo così vicini, chi sa,
se la sorte non ci avesse divisi.
È così, mio usignolo, tra te e me
c'è solo una differenza di grado:
tu hai le ali e non puoi volare
io ho le mani e non posso pensare.
Finito, dirà un giorno madre Natura
finito di ridere e di piangere
e sarà ancora la vita immensa
che non vede non parla non pensa.
Al prossimo autore!!!!!!!
Buona notte!!!!!
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